giovedì 2 ottobre 2008

Giulia Licci il maronita e Berlusconi





1."Il Maronita" (GR Edizioni Besana Brianza, 1995, pagg.64) è il solito poemetto epigrammatico di fine d’anno che Giulia Licci, una bizzarra poetessa settantenne di Ruffano che ha fatto l’insegnante di lettere per una vita , si diverte a regalarsi e a regalare a noi lettori , come una epifania anticipata , o, se volete , una sorta di bilancio consuntivo satirico della politica e del costume italiano. Anche quest’ultimo poemetto, more solito , crea qualche problema a prefatori e recensori ( quorum ego) non abili a risolvere rebus perché i (pochi) versi della Giulia , pagina dopo pagina , rappresentano una sorta di labirinto , puzzle , esercizio grottesco e fabulistico assai originale , in cui trovi di tutto: enigmi , allusioni, deviazioni , ambiguità, allegorie , metafore e tutta una serie di allitterazioni, alambicchi , omonimie, termini gergali, idiotismi , giri di frase sibillini, lessemi elitari , ecc. Ciò premesso, il
lettore deve essere armato di una buona dose di pazienza e arguzia per non lasciarsi confondere , pe rnon deviare il percorso, e dover tornare sui propri passi, proprio come se ci si imbattesse in un labirinto vero e proprio in cui non è facile trovare l’uscita . Il protagonista di questo puzzle è il “Maronita” ( ossia un membro della comunità cristiano-maronita , come si perita di annotare l’autrice, in modo da sviare il lettore dalle giuste piste ?) , “ figura negativa, dai contorni ben definiti, scrive S.M. Valli nella sua breve prefazione al libro...


2.Chi è questo Maronita? L’autrice ci dice che è un uomo pieno di contraddizioni: è iscritto ad una setta satanica “provetta / nell’arte di squarciare pulcini con le dita… e allo stesso tempo “dai buchi senza vita / il diavolo scacciare/ credeva…”
E’ un doppiogiochista? E’ un prete che è passato al “ Nemico” ed è per questo che si diverte a $squarciare “pulcini con le dita ”? Ma i pulcini, però, se ne vanno “quietini/ im paradiso” , quindi tutto sommato il Maronita infliggendo loro il martirio li premia con la beatitudine eterna Poi si mette a “spulciare il libriccino/del proprio e altrui destino, dove si parla “ di caldi indiavolati /di scioperi insensati / di perfide alluvioni /
di cui si dà la colpa / tuttora a Berlusconi”.Nel libriccino troviamo l’elencazione dei fatti di una ordinaria stagione politica "italiota" che vede in primo primo Silvio da Arcore, a cui si addossano tutte le colpe possibili, anche quella di coprirsi l’alopecia o di scrivere canzoncine di musica leggera , o dei deliziosi florilegi sulle prozie suore. E il Maronita ( ma chi è , in realtà, Emilio Fede?) si commuove di tutto ciò, anche delle “ lacrime dei figli/di Silvio sotto i tigli/ di Arcore e navigli.

3.Tutti ben sappiamo come sia finita ( nel guano) la prima esperienza del Berlusca Capo del Governo , ma quel gran profeta del Maronita ( continuo ad avere il sospetto che potremmo identificarlo col direttore del tiggìquattro) sfogliando il libriccino legge , anche grazie al coro messo su dalle sue prozie suore, che il destino del Cavaliere sarà quello di tornare al timone , avremo insomma un Berlusconi bis perché è lui , “ l’unto del Signore” e “ il solo che può salvare l’Italia dal disegno / di chi la vuole tagliare / in tre per fine indegno”
A questa scoperta il Maronita comincia a lacrimare “ con un occhio pollino fra le dita.
Aveva già lacrimato assai quando il pio Silvio era stato costretto a dimettersi e se ne era andato a piangere , inconsolabilmente , nel monastero della monache , sul grembo delle prozie ; ora piange di nuovo commosso al pensiero che presto vi sarà il ritorno dell’amato Cavaliere. E sarà una vera manna discesa dal cielo , la vera fortuna delle popolazioni italiche , con milioni di posti di lavoro e benessere a go go , dalle Alpi alla Sicilia.

4.Il Maronita si mostra fra i più accaniti fans del Cavaliere, ma in realtà, sotto sotto , fa il tiro al piccione. Insieme ad altri mascalzoni sbertuccia e infama il prode Condottiero. Insomma, questo Maronita è proprio un ipocrita! Ma quanto c’è in noi di lui?, ci fa interrogare la Licci.
Satira elegante , raffinata , ricca di invenzioni ed enigmaticità, un’altra tessera di mosaico che l’autrice salentina ci dona ormai ad ogni fine d’anno e ci deve riflettere soprattutto su noi stessi, come uomini e cittadini italiani. Ma ci chiediamo anche se siamo in presenza di un ’artista del “calambour”, del divertissment, del non-sense, di una moralista feroce, o addirittura di una missionaria , come osserva acutamente Nicola G. De Donno “ che ha inventato una nuova poesia ironico-satirico-educativa , un genere di componimento nel quale il non senso viene costruito su suggestioni, in quanto apparenze siomboliche , di sensatezze” .
Una cosa è certa . Il Maronita non è l’esponente di quelle grandi "famiglie" che si trasmettono ereditariamente un'astratta autorità religiosa e politica, convinti che appartenga loro per virtù sovrana; non è il Grande Fratello, o il Grande Burattinaio . E neanche il Gran Cazzone di Piero Chiara .

5.Potrebbe essere Emilio Fede, abbiamo detto, ma in senso più ampio e forse più giusto , il Maronita è ogni furbastro di turno , napoletano , padano , genovese o pugliese , l’ uomo buono “per tutte le stagioni” quando si tratta di andare in “soccorso al vincitore”. Il Maronita è uno di noi quando rimaniamo indifferenti a tutto, ingiustizie , crudeltà, crimini, efferatezze, massacri, genocidi, purchè non sfiori il nostro “particulare”. Il Maronita ama Berlusconi quale simbolo dell’ uomo di successo e di potere , ma quando lo stesso viene fatto ruzzolare da Palazzo Chigi va a tirargli i sassi , insieme ad altri mascalzoni.
E anche la sua facciata religiosa è sospetta : a dispetto del suo credo cristiano , egli non dirà mai del suo prossimo sventurato: “J care”!

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