1. Il mondo, grazie a Dio, è ancora pieno di animali , dell’innocenza degli animali , del miracolo degli animali, degli eroismi degli animali , del dolore degli animali, da noi seviziai in tutti i modi , quel loro dolore spesso così misconosciuto che ci fa vergognare , o dovrebbe farlo, ogni giorno, ogni minuto, se pensiamo, ad esempio alla vivisezione. E poi ci sono i protettori degli animali , chi li tutela, soprattutto chi li ama, gli animalisti , e tra questi ce n’è qualcuno un po’ speciale come Angela Maria Marini, che è una pittrice, un’artista, che , con la sua straordinaria squisita sensibilità , gli animali li osserva, li studia , li ritrae : cani, gatti , cavalli , pappagalli , un bestiario magico , “una sorta di galleria di personaggi – scrive Alessandro Nocera – inseriti in una dimensione tra realtà e favola”. Uno scenario, un palcoscenico, un teatro degli animali , che costituiscono l’approdo, il porto sicuro, nel quale fa ritorno la navicella del suo io , quando ha bisogno di pace, distensione, tranquillità, respiro dell’anima.
2. Intendiamoci , Angela Maria non è una creatura chiusa e introversa , solitaria, anzi è tutto il contrario , “un’artista – scrive Maria Laura Celeste - gioiosa, colorata , sicura del suo tratto e sapiente nell’utilizzare il colore in tutte le sue sfumature”, un’artista solare che si richiama al mondo classico – soggiunge Sandro Felker – “che vi è assunto come sogno-necessità-desiderio di un modello di perfezione”.
Basta conoscerla un po’ per capire che Angela Maria è tale e quale ai suoi quadri dalle linee sicure , il disegno raffinato , le volumetrie avvolgenti, le scansioni cromatiche armoniose e , insieme , vivaci ed equilibrate. E’ una donna di squisita naturale eleganza e semplicità , una donna aperta , sorridente , concreta , generosa , che sa essere vagamente ironica , romantica e fiabesca , come sanno esserlo solo le persone che hanno immaginazione e sono piene di sogni e risonanze interiori.
Basta conoscerla un po’ per capire che Angela Maria è tale e quale ai suoi quadri dalle linee sicure , il disegno raffinato , le volumetrie avvolgenti, le scansioni cromatiche armoniose e , insieme , vivaci ed equilibrate. E’ una donna di squisita naturale eleganza e semplicità , una donna aperta , sorridente , concreta , generosa , che sa essere vagamente ironica , romantica e fiabesca , come sanno esserlo solo le persone che hanno immaginazione e sono piene di sogni e risonanze interiori.
3.Il suo impianto è classico, sontuoso, levigato, da interno barocco con finestra sul paesaggio romano , una città unica al mondo , con le sue scansioni musicali , dalle arpe eoliche e cimbali e trombe a Scarlatti, Handel, Caldara, le fontane , i platani e i pini di Respighi , la voce calda e sonora di Cecilia Bartoli che canta “ ferma l’ali” di una Santa Maria Maddalena carica di sensualità. La sua composizione è solida , geometrica, armonica, i colori sono densi e delicati allo stesso tempo, il tocco è vivace, sta a mezza strada tra i pittori fastosi del settecento inglese, gli George Stubbs con i suoi cavalli e puledri , i William Hogart dai grandi occhi azzurri che si fa l’autoritratto con il suo amato carlino Triump, e il panneggio di un’ Artemisia Gentileschi , intriso del sangue di Oloferne e delle sue memorie di giovinetta stuprata
4. Ma per certi versi richiama alla memoria anche gli olandesi di Roma, Philips Wouverman , Adrien Van der Velde, e Pieter Van Lier, detto il Bamboccio , il capostipite degli artisti di Via Margutta , i bamboccianti , che furono tra i primi a porre in primo gli animali più umili , in uno scenario tutto realismo antiretorico , in contrasto con la cultura figurativa del barocco romano. C’era , però, in quei quadri realizzati in stalle , stamberghe , sordidi scantinati senza un filo di luce un patetismo strappalacrime , come la morte dell’asino , che non troviamo mai nei quadri della Marini, che ritrae gli animali nella loro quieta domestica giocosità del vivere.
Del resto i cani di Angela Maria non hanno nulla in comune con quelli dei pittori del settecento , ritratti quasi unicamente come corredo/arredo di famiglia , al fianco , o in grembo a contesse baronesse marchese e gentildonne del settecento , cani che stanno in posa, sostenuti , alteri e arcigni come le loro padrone .
4. Ma per certi versi richiama alla memoria anche gli olandesi di Roma, Philips Wouverman , Adrien Van der Velde, e Pieter Van Lier, detto il Bamboccio , il capostipite degli artisti di Via Margutta , i bamboccianti , che furono tra i primi a porre in primo gli animali più umili , in uno scenario tutto realismo antiretorico , in contrasto con la cultura figurativa del barocco romano. C’era , però, in quei quadri realizzati in stalle , stamberghe , sordidi scantinati senza un filo di luce un patetismo strappalacrime , come la morte dell’asino , che non troviamo mai nei quadri della Marini, che ritrae gli animali nella loro quieta domestica giocosità del vivere.
Del resto i cani di Angela Maria non hanno nulla in comune con quelli dei pittori del settecento , ritratti quasi unicamente come corredo/arredo di famiglia , al fianco , o in grembo a contesse baronesse marchese e gentildonne del settecento , cani che stanno in posa, sostenuti , alteri e arcigni come le loro padrone .
5.No, i suoi cani e gatti sono protagonisti assoluti , riempiono la tela , dove l’uomo vi è assente .E hanno tutti una loro precisa personalità , delle caratteristiche peculiari, Savani, ad esempio, la volpina bianca, è arguta, ironica, sa ridere di se stessa e di chi la ritrae; Whisky , il King Charles invece sembra appena degnarla nella sua imperturbabilità e seriosità tutta inglese , i due cavalli Ortaccio e Sasea , di Campagnano Romano , di una dolcezza e una tenerezza che non ha eguali, Nerina , la gattina dell’architetto , piena di memorie e di simboli , che s’affaccia sul Pantheon , emblema della perfezione architettonica invidiato perfino da Michelangelo ; poi il pappagallino e i quattro gatti di un interno barocco romano , tra le tende, i vasi antichi, i fiori e i libri , nella loro placida , serena,affettuosa contemplazione delle cose immerse in quella luce tersa , “in quei rimandi di luce che riverbera dal manto degli animali al fondale “ , ripete Nocera , “ed esalta i valori luminosi delle superfici”. E infine ci sono i pigri gatti di Roma di Ponte Milvio , che guardano , - quieti, immobili, strafottenti , sotto le fronde degli alberi del Tevere - , il tempo che scorre, ma sembrano in costante attesa di disegnare ombre , danze e armonie nell’aria come sanno fare solo i gatti , che hanno sempre avuto nel corso dei tempi e della storia adoratori ( Egizi) e persecutori (Medio Evo) , quei gatti che ci osservano e si lasciano lisciare e amare quietamente ( “Gatto e uomo sono l’uno la mitologia dell’altro”, disse Manganelli) , quei gatti che sembrano indifferenti a tutto e tutti, e in realtà sono capaci di eroismi come da ultimo il gatto di Essen che con i suoi miagolii ha avvertito il padrone addormentato che la casa stava andando a fuoco, mentre avrebbe potuto andarsene tranquillamente , essendo la finestra aperta. E non parliamo degli eroismi dei cani , soprattutto i cani guida , per i non vedenti, i San Bernardo, i Terranova , i Labrador che fanno miracoli tutti i santi giorni.
6.I cani , i gatti, i cavalli amano gioiscono, soffrono , sanno ridere e piangere , hanno un’anima , questo ci ribadisce Angela Maria coi suoi ritratti , con il suo teatro , con il suo “Animalia in scena” , dove sono loro che occupano la scena dell’uomo, anzi sembrano sostituirlo , perché – dice Felker – il mondo animale è per la Marini forse la ricerca paradossale di quell’aspetto “ umano”, rassicurante , ingenuo, fedele, intrepido, disinteressato , che non riesce più a cogliere negli uomini .
7.Oggi viviamo tutti in un rito di passaggio, - dice l’antropologa Paola De Sanctis Ricciardone, - ma gli artisti e gli scienziati “lo vivono in modo interstiziale , ai margini e nelle interfacce delle istituzioni centrali. Essi sono abitanti di passages materiali o interiori che si sono tramutati in luoghi elettivi e permanenti della creatività e del vagabondaggio intellettuale”.
Sono queste passeggiate, questi riti , questi vagabondaggi di artisti come Angela Maria che si esteriorizzano, che si esternano in parole, dette o scritte , in canti e pitture , che producono la cultura . Solo allora , e cioè se espressi e comunicati, quei pensieri , quei saperi , quei colori , e quei sogni contano per la cultura .
8.Angela Maria è molto gratificata dal suo lavoro , ha moltissime richieste di ritratti di animali , e si separa sempre con un po’ di dolore dalle sue opere , perché in quegli interstizi e interspazi dello spirito , quando si accinge a fare la sua indagare sul personaggio, a cogliere dai suoi atteggiamenti, dai suoi sguardi, dal suo aspetto, la storia che si nasconde dietro esso , forse recupera per noi , attraverso l’innocenza degli animali, una nuova umanità , la dimensione di un tempo puro, iniziale, non databile, da primo mattino del mondo , in cui Dio con mano affettuosa creava l’universo , un tempo dimenticato , assente, da questo nostro mondo violento , le cui macerie non hanno più tempo di diventare rovine . Recupera un tempo che forse non c’è mai stato, ma sa che l’arte , talvolta , riesce a “creare” e trovare.
7.Oggi viviamo tutti in un rito di passaggio, - dice l’antropologa Paola De Sanctis Ricciardone, - ma gli artisti e gli scienziati “lo vivono in modo interstiziale , ai margini e nelle interfacce delle istituzioni centrali. Essi sono abitanti di passages materiali o interiori che si sono tramutati in luoghi elettivi e permanenti della creatività e del vagabondaggio intellettuale”.
Sono queste passeggiate, questi riti , questi vagabondaggi di artisti come Angela Maria che si esteriorizzano, che si esternano in parole, dette o scritte , in canti e pitture , che producono la cultura . Solo allora , e cioè se espressi e comunicati, quei pensieri , quei saperi , quei colori , e quei sogni contano per la cultura .
8.Angela Maria è molto gratificata dal suo lavoro , ha moltissime richieste di ritratti di animali , e si separa sempre con un po’ di dolore dalle sue opere , perché in quegli interstizi e interspazi dello spirito , quando si accinge a fare la sua indagare sul personaggio, a cogliere dai suoi atteggiamenti, dai suoi sguardi, dal suo aspetto, la storia che si nasconde dietro esso , forse recupera per noi , attraverso l’innocenza degli animali, una nuova umanità , la dimensione di un tempo puro, iniziale, non databile, da primo mattino del mondo , in cui Dio con mano affettuosa creava l’universo , un tempo dimenticato , assente, da questo nostro mondo violento , le cui macerie non hanno più tempo di diventare rovine . Recupera un tempo che forse non c’è mai stato, ma sa che l’arte , talvolta , riesce a “creare” e trovare.
Nessun commento:
Posta un commento